Cessione del quinto rifiutata: quando può accadere e perché?

La Cessione del quinto è sicuramente tra le forme di finanziamento più facili da ottenere, perché basterà un contratto di lavoro e quindi una busta paga o un cedolino pensione e un’assicurazione rischio vita e rischio impiego per ottenerla. Ciò che rende la Cessione del quinto un’ottima soluzione per avere della liquidità senza motivare la richiesta (finanziamento non finalizzato), è la possibilità ottenere del credito anche in caso di pignoramento, soggetti definiti “cattivi pagatori”, ma anche per chi ha altri prestiti in corso, chi ha un lavoro a tempo indeterminato e così via. Ci sono però dei casi di Cessione del quinto rifiutata. Vediamo quando e perché può accadere.

Cessione del quinto rifiutata: quando può succedere?

Nonostante i numerosi vantaggi legati perlopiù alla possibilità di richiedere credito senza fornire una motivazione e senza particolari garanzia, ci sono situazioni che portano ad avere la richiesta di Cessione del quinto rifiutata. Quando accade e per quali motivi?

  • Lavoratori dipendenti privati: la richiesta può essere rifiutata se non si ha almeno un anno di anzianità lavorativa (in alcuni casi sono sufficienti 8 mesi), oppure perché l’azienda non ha i requisiti necessari per firmare il contratto (azienda con pochi dipendenti, ditta individuale ecc.). Infine un TFR insufficiente potrebbe ostacolare la richiesta.
  • Pensionati: il soggetto richiedente, deve essere titolare di una pensione da lavoratore dipendente. Vengono escluse pertanto categorie pensionistiche come: l’invalidità civile e la pensione sociale. Anche lo stato di salute e l’età (oltre gli 80 anni) può essere motivo di rifiuto, perlopiù perché il soggetto potrebbe non riuscire a stipulare un accordo con la compagnia assicurativa.
  • Stipendio e pensione: lo stipendio e la pensione devono garantire, al netto della rata mensile, una condizione di vita adeguata, ecco perché al richiedente devono rimanere in tasca almeno 500€.

E per i dipendenti pubblici e statali?

È risaputo che ci siano delle restrizioni per i dipendenti privati e per i pensionati, come è scontato che venga la Cessione del quinto rifiutata a causa di lavoratori autonomi o liberi professionisti. Ma per quanto riguarda lavoratori pubblici e statali? Anche in questo caso c’è un minimo di anzianità prevista, ovvero 4 mesi (e deve essere trascorso il periodo di prova). Anche l’avvicinarsi della pensione può portare a un rifiuto, oppure in caso di aspettativa non retribuita. Ecco quindi che se si chiede un’aspettativa non retribuita o si è in contesto di aspettativa come la maternità, ma per scelta si decide di andare oltre al periodo regolarmente retribuito, si sconsiglia di fare richiesta di Cessione de quinto poiché gli enti che erogano il prestito potrebbero non accettarla.  

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