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Cessione del quinto Prestito Personale

Cessione del quinto per over 60: vantaggi e svantaggi

La Cessione del quinto, essendo un finanziamento che prevede la trattenuta della rata sulla busta paga o sul cedolino della pensione, permette anche alle persone oltre una certa età, di poter richiedere del credito per affrontare delle spese improvvise (finanziamento non finalizzato). La cessione del quinto per over 60 ha diversi vantaggi ma, in taluni casi, può aver anche dei vincoli o degli svantaggi. Vediamoli insieme.

Cessione del quinto per over 60: vantaggi

La Cessione del quinto, oltre ad essere richiedibile da parte dei lavoratori dipendenti, può essere richiesta dai pensionati. In questo caso parliamo di prestiti che possono essere erogati in linea di massima per richiedenti con un’età che non supera i 75 anni (in alcuni casi si parla di età massima raggiungibile allo scadere del contratto). Questo perché al giorno d’oggi le prospettive di vita sono più lunghe. Oltre all’età anche il reddito dimostrabile deve raggiungere una soglia minima che permetta al richiedente di poter vivere dignitosamente al netto della rata trattenuta. Infine bisognerà essere residenti in Italia,

Come funziona?
Come per i lavoratori dipendenti, la cessione del quinto per over 60 permette di avere della liquidità e di pagare il debito tramite la trattenuta direttamente dal cedolino della pensione. Anche in questo caso, come dice la parola stessa, si potrà trattenere non oltre il 20% ovvero 1/5 del reddito percepito.

Nel caso del pensionato, è necessario stipulare un’assicurazione rischio vita (ad eccezione del lavoratore dipendente che deve anche stipulare un’assicurazione rischio impiego). Questo per far fronte ad una eventuale morte prematura rispetto alla scadenza del contratto. Contratto che non può durare più di 10 anni.

Cessione del quinto per over 60: limiti e svantaggi

Tra i limiti e gli svantaggi della cessione del quinto per over 60 troviamo:

  • Impossibilità di chiedere il prestito delega che permette di arrivare a una rata pari ai 2/5 dello stipendio anziché 1/5. Per i pensionati questa opzione non è possibile.
  • Non si possono richiedere più di 50mila euro.
  • La compagnia assicurativa farà un’indagine in merito al quadro clinico e quindi alla situazione generale di salute del soggetto richiedente per scongiurare l’eventuale morte entro 3-4 mesi dalla firma del contratto. Quindi in alcuni casi, potrebbe essere che la richiesta venga negata a causa della mancata concessione di una polizza rischio vita.
  • Se si è ancora lavoratori dipendenti, soprattutto nel privato, potrebbero esserci delle difficoltà in quanto vicini alla pensione. Infatti solo i dipendenti pubblici e statali possono trasferire automaticamente la rata della cessione del quinto dalla busta paga al cedolino pensione.
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Cessione del quinto rifiutata: quando può accadere e perché?

La Cessione del quinto è sicuramente tra le forme di finanziamento più facili da ottenere, perché basterà un contratto di lavoro e quindi una busta paga o un cedolino pensione e un’assicurazione rischio vita e rischio impiego per ottenerla. Ciò che rende la Cessione del quinto un’ottima soluzione per avere della liquidità senza motivare la richiesta (finanziamento non finalizzato), è la possibilità ottenere del credito anche in caso di pignoramento, soggetti definiti “cattivi pagatori”, ma anche per chi ha altri prestiti in corso, chi ha un lavoro a tempo indeterminato e così via. Ci sono però dei casi di Cessione del quinto rifiutata. Vediamo quando e perché può accadere.

Cessione del quinto rifiutata: quando può succedere?

Nonostante i numerosi vantaggi legati perlopiù alla possibilità di richiedere credito senza fornire una motivazione e senza particolari garanzia, ci sono situazioni che portano ad avere la richiesta di Cessione del quinto rifiutata. Quando accade e per quali motivi?

  • Lavoratori dipendenti privati: la richiesta può essere rifiutata se non si ha almeno un anno di anzianità lavorativa (in alcuni casi sono sufficienti 8 mesi), oppure perché l’azienda non ha i requisiti necessari per firmare il contratto (azienda con pochi dipendenti, ditta individuale ecc.). Infine un TFR insufficiente potrebbe ostacolare la richiesta.
  • Pensionati: il soggetto richiedente, deve essere titolare di una pensione da lavoratore dipendente. Vengono escluse pertanto categorie pensionistiche come: l’invalidità civile e la pensione sociale. Anche lo stato di salute e l’età (oltre gli 80 anni) può essere motivo di rifiuto, perlopiù perché il soggetto potrebbe non riuscire a stipulare un accordo con la compagnia assicurativa.
  • Stipendio e pensione: lo stipendio e la pensione devono garantire, al netto della rata mensile, una condizione di vita adeguata, ecco perché al richiedente devono rimanere in tasca almeno 500€.

E per i dipendenti pubblici e statali?

È risaputo che ci siano delle restrizioni per i dipendenti privati e per i pensionati, come è scontato che venga la Cessione del quinto rifiutata a causa di lavoratori autonomi o liberi professionisti. Ma per quanto riguarda lavoratori pubblici e statali? Anche in questo caso c’è un minimo di anzianità prevista, ovvero 4 mesi (e deve essere trascorso il periodo di prova). Anche l’avvicinarsi della pensione può portare a un rifiuto, oppure in caso di aspettativa non retribuita. Ecco quindi che se si chiede un’aspettativa non retribuita o si è in contesto di aspettativa come la maternità, ma per scelta si decide di andare oltre al periodo regolarmente retribuito, si sconsiglia di fare richiesta di Cessione de quinto poiché gli enti che erogano il prestito potrebbero non accettarla.  

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Lavoro interinale e prestiti: tutto quello che c’è da sapere

Sei un lavoratore interinale e hai bisogno di liquidità? Vuoi chiedere un prestito ma non sai cosa è riservato alla tua categoria? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere su lavoro interinale e prestiti.

Lavoro interinale: di cosa si tratta?

Il lavoro interinale è un rapporto di lavoro che si ottiene tramite agenzia interinale. L’agenzia funge da intermediario tra il lavoratore e l’azienda. Questo tipo di assunzione è a tempo determinato e il contratto si stipula direttamente con l’agenzia interinale che poi colloca temporaneamente il lavoratore presso le aziende che ne hanno bisogno. Si tratta di lavori temporanei quelli svolti per le aziende, ma anche il contratto in sé solitamente ha una scadenza.

 Lavoro interinale e prestiti: cosa si può richiedere?

Il contratto di lavoro interinale, se pur a tempo determinato, dà prova di reddito fisso, anche se per un periodo limitato, quindi è possibile ottenere un prestito personale. Questo grazie agli accordi presi tra le banche e l’Ebitemp (ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo). Il prestito ha però ovviamente dei limiti, sia per quanto riguarda la somma richiedibile sia per quanto riguarda il tempo.

Quando si ha un contratto di lavoro interinale, infatti, si può fare richiesta di una somma molto inferiore rispetto a un qualsiasi lavoratore assunto a tempo indeterminato. Anche il reddito inciderà fortemente sulla cifra, poiché questa dovrà essere proporzionata alla busta paga mensile affinché il richiedente possa saldare il debito secondo le rate previste dall’ente o dalla banca che eroga il prestito. Infine anche la scadenza del prestito sarà molto più ravvicinata per lavoratori interinali, ovvero il contratto verrà stipulato per periodi più brevi rispetto ad altri lavoratori.

Lavoro interinale e prestiti: come funziona?

Quando si ha un lavoro interinale il prestito personale è la soluzione ideale. Per ottenerlo non si dovrà far altro che Entrare sul sito dell’Ebitemp, scaricare il modulo di richiesta di prestito personale per lavoratori temporanei e compilarlo con dati personali. Sul modulo andrà anche specificato che il vostro è un lavoro interinale quindi si dovrà inserire con quale agenzia è stato stipulato e la sua durata. Inoltre, per quanto riguarda il prestito, dovranno essere inserite:

  • la cifra richiesta
    • il numero di rate
    • la motivazione

Attenzione: la motivazione non può mancare, in particolare per prestiti oltre 1.000 euro. Essa, infatti, sarà oggetto di valutazione e questa valutazione può fare la differenza per quanto riguarda la concessione o meno del prestito.

Una volta compilato il modulo in ogni sua parte, dovrà essere trasmesso via mail all’indirizzo specificato sul sito dell’Ebitemp. Qualora non fosse possibile, il lavoratore potrà consegnare il modulo all’agenzia per il lavoro o all’associazione sindacale che provvederanno a inviare loro i documenti.

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Polizza Cessione del Quinto: tutto quello che c’è da sapere

Quando si fa richiesta di Cessione del Quinto, tra i passaggi obbligatori c’è la stipula di una polizza Cessione del Quinto che funge da garanzia. In particolare è necessario fare una assicurazione rischio vita e rischio impiego, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, esclusivamente rischio vita per i pensionati. Questa polizza servirà a saldare il debito in caso di perdita del lavoro o di morte prematura.

 Polizza Cessione del Quinto in caso di perdita del lavoro

Quando si perde il lavoro la compagnia assicurativa con cui è stata stipulata la polizza Cessione del Quinto viene in soccorso del soggetto richiedente. Infatti si farà carico, al posto suo, di saldate il debito residuo all’ente che eroga il prestito. In questo caso mantiene il diritto di rivalsa sul debitore. Diritto che però viene esercitato raramente perché la compagnia solitamente preferisce attendere che il soggetto venga ricollocato per proseguire con la trattenuta della rata sulla nuova busta paga. In caso di dipendenti privati, se si viene licenziati, l’ente che eroga il prestito prima di tutto ha diritto di rivalsa sul TFR accantonato, quindi poi la compagnia assicurativa si adopererà per saldare il debito residuo.

E in caso di morte?

Per quanto riguarda la polizza Cessione del Quinto rischio vita, in caso di morte prematura il debito residuo verrà saldato dalla compagnia assicurativa la quale non avrà diritto di rivalsa su familiari ed eredi.

La compagnia, in caso di morte, potrebbe però rifiutarsi di saldare il debito qualora il decesso avvenga poco dopo (3/a mesi) la stipula del contratto. In questo caso, infatti, è lecito che la compagnia stessa svolga delle indagini a livello sanitario per comprendere le cause del decesso (per scoprire una eventuale mancata comunicazione di grave patologia nel momento della stipula quando si deve dichiarare lo stato di salute).

Polizza Cessione del Quinto in caso di estinzione anticipata del debito

Nel caso in cui si riuscisse ad estinguere il debito anticipatamente, per quanto riguarda la polizza Cessione del Quinto dal primo dicembre 2010 è previsto il rimborso del premio assicurativo non goduto. Attenzione: bisogna ricordarsi di fare richiesta di rimborso per iscritto subito dopo aver estinto il debito.

In quali altri casi interviene la compagnia assicurativa?

LA compagnia assicurativa può intervenire anche in caso di:

● invalidità totale: nel caso in cui il soggetto richiedente rimanga invalido al 100%, la compagnia si fa carico di saldare il debito rimasto;
● inabilità temporanea: qualora il richiedente subisse un infortunio o in caso di malattia, l’assicurazione pagherà le rate temporaneamente, ovvero fino all’avvenuta guarigione.

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Domande e risposte sulla Cessione del Quinto

Quando si ha necessità di liquidità e si ha un contratto di lavoro da dipendente o una pensione, si può fare richiesta di Cessione del Quinto. Questo tipo di finanziamento è facile e veloce da ottenere, non è finalizzato (ovvero non bisogna specificare a quale scopo serviranno i soldi richiesti), permette di ottenere fino a 75mila euro da restituire in 10 anni. Ciò che lo distingue dalle altre forme di finanziamento, però, è la rata mensile che, anziché essere pagata dal soggetto richiedente, viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dal cedolino della pensione. Di seguito domande e risposte sulla Cessione del Quinto per togliere dubbi o curiosità.

Domande e risposte sulla Cessione del Quinto: differenze tra dipendente pubblico e privato

Posso ottenere un prestito con la Cessione del Quinto se sono stato assunt* da poco?

Sì, se sei un dipendente pubblico o statale è possibile fare richiesta di Cessione del Quinto anche con pochi mesi di anzianità di servizio. Se invece sei dipendente privato il prestito si può ottenere solo se si ha un TFR pregresso (minimo 2500/3000€ di TFR maturato).

Sto per andare in pensione. Posso richiedere un prestito con Cessione del Quinto?

Sì, in linea generale è possibile fare richiesta di Cessione del Quinto ma non di Delega. Ci sono però delle differenze tra dipendenti pubblici e statali e quelli di aziende private. Per i primi, nel caso in cui si passasse da uno stato di dipendente a uno stato di pensionato, la rata verrà automaticamente trasferita dalla busta paga al cedolino della pensione. Per i secondi, ovvero i dipendenti privati, il prestito potrà essere erogato solo neo caso in cui il TFR accumulato consenta l’estinzione anticipata del prestito, ovvero prima di andare in pensione.

Altre domande e risposte sulla Cessione del Quinto

Ecco alcune domande e risposte sulla Cessione del Quinto legate alla possibilità o meno di poter ottenere il prestito:

  1. Chi è in mobilità può fare richiesta? No, è necessario essere in regolare servizio.
  2. Chi lavora in una ditta individuale o per lavoratori autonomi può fare richiesta? No, purtroppo non è possibile.
  3. Chi lavora a tempo indeterminato fuori dall’Italia può fare richiesta? No, se si ha una busta paga estera non è possibile fare richiesta.
  4. Chi ha la pensione di invalidità può fare richiesta? No, se si percepisce una pensione di invalidità o assegno sociale non si può richiedere un prestito di questo tipo.
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Tempistiche della Cessione del Quinto

La procedura per la richiesta di Cessione del Quinto è facile e veloce, quindi è consigliata nel caso in cui si abbia la necessità pressoché immediata di un prestito non finalizzato. Tra i vantaggi, infatti, oltre al tasso fisso, alla somma richiedibile (fino a 75mila euro), e alla rata che viene direttamente trattenuta sulla busta paga e quindi mai superiore a un quinto dello stipendio netto, troviamo anche la facilità delle operazioni (dal preventivo alla firma del contratto) e la rapidità di erogazione del credito. Ma quali sono le tempistiche della Cessione del Quinto? E da cosa dipendono?

Passaggi per la richiesta di Cessione del Quinto

Quando si fa richiesta di Cessione del Quinto, bisogna tenere in considerazione una serie di passaggi fondamentali successivi alla richiesta di preventivo (questi passaggi quindi non considerano tutto ciò che riguarda la ricerca dell’ente creditizio più vantaggioso).

  • istruttoria e raccolta di tutti i documenti (carta d’identità, CF, ultima busta paga, contratto di lavoro ecc. se si tratta di un dipendente; CU, cedolino pensione e poco altro per i pensionati)
  • sottoscrizione della polizza assicurativa rischio vita e impiego (obbligatoria perché funge da garanzia)
  • richiesta della delibera e attesa dell’approvazione
  • stampa e firma dei contratti
  • se richiesto, il rilascio di un acconto
  • notifica da parte del datore di lavoro
  • rilascio dell’Atto di Benestare da parte dell’ente che eroga il credito
  • liquidazione del saldo della Cessione del Quinto

Ma quali sono le reali tempistiche della Cessione del Quinto?

A seconda del tipo di richiedente (dipendente o pensionato) la ricerca e consegna di tutti i documenti è il passaggio più lungo e dipende quasi esclusivamente dal soggetto che fa richiesta di Cessione del Quinto. Infatti, le tempistiche della Cessione del Quinto relative alle pratiche (istruttoria, contratti, ecc.) sono ben definite:

  • delibera: se non ci sono intoppi, si ottiene in circa 2 giorni lavorativi
  • contratto: per stampare e firmare il contratto ci va al massimo 1 giorno
  • notifica: in linea di massima bastano 2 giorni lavorativi, ma di fatto dipenderà molto da quanto il datore di lavoro/l’azienda restituisce i documenti firmati alla finanziaria
  • liquidazione: tra uno e due giorni lavorativi il richiedente riceverà la somma richiesta tramite bonifico bancario

In linea di massima le tempistiche per la Cessione del Quinto sono brevi, ma essendoci diversi passaggi, qualora si riscontrassero dei problemi o dei ritardi da parte di terzi (come già detto un ritardo nella risposta da parte del datore di lavoro o un rifiuto da parte dell’Agenzia di Assicurazione).

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Cessione del quinto: come funziona per i dipendenti delle piccole imprese?

La Cessione del Quinto è un particolare tipo di finanziamento nato nel 1950 (dpr 180/1950) per agevolare i dipendenti statali. Con la Legge Finanziaria 311/2004, successivamente la Legge n. 80/2005 e, infine, la Legge Finanziaria 266/2005, è stato modificato per ingrandire il bacino d’utenza. Infatti ad oggi possono fare richiesta di Cessione del Quinto dello stipendio anche i dipendenti privati, i dipendenti a tempo determinato e parasubordinati e i pensionati pubblici e privati. Per quanto riguarda i dipendenti privati, però, permangono dei vincoli, soprattutto quando si tratta di dipendenti delle piccole imprese. Quali sono le regole per richiedere la Cessione del Quinto in questi casi?

Piccole imprese: facciamo chiarezza

Quando si parla di imprese si intendono le società (Srl, Spa, Sas, Snc), ma anche ditte individuali, cooperative, Onlus ecc. Nello specifico, per piccole imprese si intendono tutte quelle aziende con un numero di dipendenti uguale o minore di 15. In alcuni casi, queste aziende non vengono prese in considerazione e quindi i dipendenti di piccole imprese non possono fare richiesta di Cessione del Quinto. Per fortuna però, con le dovute garanzie alcuni enti creditizi concedono l’erogazione del credito richiesto da parte di dipendenti delle piccole imprese.

Quali sono i vincoli per i dipendenti delle piccole imprese?

Come tutti i dipendenti, pubblici o privati, tra i requisiti troviamo:

  • Età compresa tra 18 e 65 anni (l’età massima è variabile)
  • Avere un contratto a tempo indeterminato
  • Residenza in Italia
  • Assunzione minima di 3 anni (in alcuni casi)
  • TFR come garanzia (almeno 6 mesi di anzianità lavorativa)
  • Polizza assicurazione rischio vita e rischio impiego che garantisce il pagamento delle rate in caso di morte o di perdita del lavoro.

E i dipendenti a tempo determinato?

Per quanto riguarda i dipendenti delle piccole imprese con contratto a tempo determinato, è possibile ottenere un finanziamento con la Cessione del Quinto dello stipendio? La risposta è sì, ma con degli ulteriori vincoli. Infatti, essendo un contratto con una scadenza, ovvero che terminerà nel breve termine, la somma massima erogabile con la Cessione del Quinto sarà calcolata sulla base del numero di buste paga che si riceveranno fino alla fine del contratto. Va da sé che anche il termine entro cui versare le rate sarà limitato al termine del contratto.

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Come si calcola la rata della cessione del quinto?

La cessione del quinto è un finanziamento la cui rata viene direttamente trattenuta dalla busta paga o dal cedolino della pensione. Questa caratteristica rende questo finanziamento diverso da tutti gli altri, ma non solo. Lo rende anche facile da ottenere anche in caso di cattivi pagatori o pignoramenti. Ma come si calcola la rata della cessione del quinto?

Caratteristiche del calcolo della rata della cessione del quinto

Innanzitutto bisogna specificare che la rata della cessione del quinto, per legge (DPR 180/1950) non può essere superiore a un quinto della retribuzione (che corrisponde al 20%). Detto ciò, di seguito le caratteristiche del calcolo della rata:

  1. Quando si fa il calcolo della rata si tiene in considerazione il netto e non il lordo dello stipendio mensile;
  2. Si calcola considerando le 12 mensilità dello stipendio (non viene ad esempio considerata la tredicesima);
  3. Si calcola sulla cifra base dello stipendio, quindi non si tiene conto di eventuali straordinari o voci come premi di produzione, benefit e tutto quello che aumenta, una tantum, la retribuzione finale. Es. se si ha uno stipendio fisso di 1000€ e nel mese di maggio si prendono 100€ in più come straordinari, questi 100€ non verranno conteggiati, infatti la rata della cessione del quinto continuerà a tener conto solo dei 1000€ di stipendio fissi.

Esempi di calcolo della rata della cessione del quinto

Come appena detto, la rata della cessione del quinto è proporzionata allo stipendio mensile netto e non deve mai superare 1/5 di questa cifra.

Si ricorda anche che questo finanziamento non può superare i 10 anni ovvero le 120 rate per un ammontare massimo di 75mila euro.

Di seguito un esempio di finanziamento con cessione del quinto e conseguente calcolo della rata:

Un dipendente con contratto a tempo indeterminato che prende uno stipendio fisso di 1500 euro netti al mese, potrà ottenere una cessione del quinto con rata pari a 300 euro mensili.

Se si considera che la rata è fissa sulla base dello stipendio e che viene trattenuta sulle 12 mensilità, nell’arco di un anno il dipendente rimborserà 3600 euro.

A questo punto, se si tiene conto del fatto che la cessione del quinto ha una durata massima di 10 anni (120 mensilità), la cifra massima erogabile per il dipendente in questione è di 36mila euro (somma considerata al lordo dei tassi di interesse applicati). A questo capitale devono essere applicate anche le spese. 

Quanto incidono gli interessi e le spese?

Tasse e spese ovviamente incidono non poco sul capitale massimo erogabile.

Prendiamo di nuovo l’esempio del dipendente che guadagna 1500 euro netti al mese. Di seguito i dati:

  • rata di cessione del quinto massima di 300 euro
  • 36mila euro capitale massimo erogabile
  • % del tasso di interesse applicato dall’ente che eroga il credito (es. 9%)
  • 10 anni (120 mesi)

Tenendo conto di questi dati, il dipendente avrà un ammontare di 16620 euro di interessi dovuti e quindi circa 19mila euro di capitale erogato al netto.