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Cessione del quinto

Tempi di liquidazione della cessione del quinto

La scelta della Cessione del Quinto come tipologia di finanziamento, può essere dettata da svariate motivazioni; tra queste sicuramente i tempi di liquidazione. Come già detto anche in questo articolo, la Cessione del Quinto è, oltre che sicura, anche facile e veloce. Vediamo quindi quali sono i tempi di liquidazione e perché la rendono davvero una scelta vincente.

Ottenere la Cessione del Quinto: tutti i passaggi

Per ottenere la Cessione del Quinto, la procedura prevede innanzitutto la raccolta di pochi documenti, tra cui:

  • carta d’identità e codice fiscale
  • certificato di stipendio o documento di quota cedibile della pensione
  • copia della busta paga o del cedolino della pensione
  • il TFR maturato

Dopo la ricezione dei documenti verrà fornito un preventivo e, qualora fosse accettato, si passerà alla fase successiva di richiesta della delibera seguita dall’approvazione della stessa. A questo punto il cliente potrà firmare il contratto e successivamente dovrà stipulare la polizza assicurativa obbligatoria. Ecco quindi che si arriva al passaggio finale: l’atto di benestare, che precede l’erogazione del credito. L’atto di Benestare è l’atto conclusivo della Cessione del Quinto ed è fornito dal datore di lavoro (o dall’ente pensionistico) il quale si impegna a effettuare le trattenute sullo stipendio del dipendente (o sulla pensione).

Tempi di liquidazione

Per quanto riguarda le tempistiche, si può dire, a livello generale, che ottenere la Cessione del Quinto è davvero veloce.

Una volta trasmessi i documenti necessari, la delibera si ottiene in 48 ore circa. Per l’invio della notifica di avvenuto contratto all’ente erogatore contemporaneamente alla consegna di copia del contratto e dell’atto di benestare al datore di lavoro, si impiegano dalle 48 alle 72 ore. Queste tempistiche solitamente valgono anche per la stipula della polizza assicurativa e dell’accredito su conto corrente della liquidità richiesta.

Inoltre va detto che per legge i tempi di istruttoria sono ben definiti e questo permette di calcolare indicativamente i tempi di liquidazione.

In definitiva, dalla stipula del contratto alla erogazione, trascorrono dalle due alle quattro settimane ma i tempi possono allungarsi a seconda dei casi.

Ecco perché si può dire con certezza che i tempi di liquidazione della Cessione del Quinto non vanno mai oltre i 60 giorni.

Casi particolari

Innanzitutto se anziché una richiesta di finanziamento si desidera fare un rinnovo, i tempi di liquidazione della Cessione del Quinto possono variare da 7 a 20 giorni.

In alcuni casi, infine, qualora la necessità di liquidità fosse immediata e non si potesse attendere i tempi di liquidazione di Cessione del Quinto (se pur brevi), si può chiedere un anticipo. L’anticipo può essere richiesto subito dopo la stipula del contratto e verrà erogato il circa 24 ore.

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Cessione del quinto

Richiesta di Cessione del Quinto: Sicura, Facile e Veloce

La Cessione del Quinto è una forma di finanziamento vantaggiosa e unica nel suo genere. A differenza di un normale prestito, infatti, vanta caratteristiche come la semplicità e la velocità di erogazione ma allo stesso tempo una garanzia nei confronti dell’ente creditizio. Ma cos’è la Cessione del Quinto? E perché la richiesta di Cessione del Quinto è sicura, facile e veloce?

Cos’è la Cessione del Quinto?

La Cessione del Quinto è uno speciale tipo di prestito le cui rate vengono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione. Non a caso, con il termine “cessione del quinto” si intende la cessione di un quinto dello stipendio per saldare le rate del finanziamento richiesto. Tra i vantaggi della richiesta di Cessione del Quinto c’è però anche il fatto che si tratta di un finanziamento non finalizzato. Inoltre il soggetto richiedente non dovrà fornire garanzie particolari se non il contratto di lavoro (o una dichiarazione che attesta il pensionamento) e la polizza assicurativa rischio vita o lavoro. Infine, può essere richiesto da chiunque, tra i 18 e gli 85 anni, anche se soggetti a pignoramenti o persone segnalate come cattivi pagatori (ne abbiamo parlato qui).

Richiesta di Cessione del Quinto: perché è sicura?

La richiesta di Cessione del Quinto è sicura per l’ente che eroga il finanziamento proprio per la sua natura, ovvero perché le rate vengono trattenute direttamente dalla busta paga o dalla pensione. È infatti il datore di lavoro o l’ente pensionistico a versare la cifra alla banca o all’ente creditizio. La sicurezza di questo speciale finanziamento fa sì che lo si possa richiedere senza fornire garanzie (basteranno il contratto di lavoro e il TFR per i dipendenti statali, pubblici o privati o un certificato di pensionamento). Per quanto riguarda invece il soggetto richiedente, la Cessione del Quinto può essere definita sicura perché le rate saranno sempre e comunque non superiori a 1/5 dello stipendio (o della pensione).

Richiesta di Cessione del Quinto: perché è facile e veloce?

Fare una richiesta di Cessione del Quinto è davvero molto facile perché non necessita di particolari garanzie, ma solo di alcuni semplici documenti:

  • La carta d’identità e il codice fiscale
  • Il certificato di stipendio o il documento di quota cedibile della pensione
  • la copia della busta paga o del cedolino della pensione
  • il TFR maturato

Inoltre, come già detto, non richiede particolari garanzie se non la stipula di una polizza rischio vita o lavoro. Una volta fatta la richiesta, un consulente fornirà il preventivo, quindi, deliberata la pratica da parte dell’ente sovventore si potrà firmare il contratto. A questo punto verrà fornito al datore di lavoro il contratto di cessione e l’atto di benestare (per dettagli leggi l’articolo “Come richiedere la Cessione del Quinto”).

Questa procedura è sì facile, ma anche veloce, poiché tra la richiesta di Cessione del Quinto e l’accettazione del finanziamento con l’erogazione della liquidità trascorrono solitamente non più di 30 giorni (leggi l’articolo “I tempi di liquidazione della Cessione del Quinto”).

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Cattivo pagatore? Scopri come ottenere un prestito

Un soggetto viene definito cattivo pagatore quando riceve una segnalazione per insolvenza. In particolare, il soggetto in questione viene segnalato al CRIF (Centrale Rischi Finanziari) a causa di un ritardo nel pagamento di una o più rate di un prestito o mutuo. I cattivi pagatori, proprio per questo motivo, difficilmente riescono a ottenere nuovi finanziamenti e, qualora riuscissero, solitamente si tratta di cifre minime e con tassi decisamente elevati.

Ma come si scopre di essere un cattivo pagatore? E come si può riuscire a ottenere un prestito?

Come scopro di essere un cattivo pagatore?

Come già detto in un precedente articolo (clicca qui), il cattivo pagatore è colui che viene segnalato al CRIF per un’insolvenza. Ma come scopro di essere stato segnalato? Innanzitutto ci si può rivolgere all’intermediario con il quale è stato stipulato il contratto di prestito o mutuo, in alternativa si può fare richiesta direttamente alla Centrale Rischi.

La Centrale Rischi, gestita dalla Banca d’Italia, è una base dati che raccoglie le informazioni relative ai finanziamenti concessi e le garanzie rilasciate dai clienti richiedenti. Questi dati vengono raccolti dalle banche e dagli enti finanziatori che erogano prestiti o mutui.

Questo servizio di richiesta è gratuito ed è a disposizione delle persone fisiche e le persone giuridiche legate al finanziamento stesso. Per accedere ai dati della CR si deve fare domanda tramite la piattaforma “Servizi Online” alla voce Richiedi dati, oppure entrando direttamente nella sezione “Servizio online CR”. In alternativa si può scegliere di fare richiesta presso una delle filiali della Banca d’Italia mezzo posta elettronica certificata (PEC), posta ordinaria o consegna a mano del modulo di richiesta e documento d’identità.

Come ottiene un prestito un cattivo pagatore?

Essendo di per sé non in regola coi pagamenti delle rate di un finanziamento, il cattivo pagatore difficilmente riesce a ottenere un ulteriore prestito o simili. L’unica opzione possibile per cifre importanti è infatti la cessione del quinto.

La cessione del quinto è un prestito non finalizzato e a rata fissa che viene trattenuto dalla busta paga o dalla pensione, motivo per cui può essere richiesto da chiunque abbia un contratto di lavoro (a tempo indeterminato) o una regolare pensione. Sarà infatti il datore di lavoro (o l’ente pensionistico) a versare direttamente la rata all’ente finanziatore. Per questo i soggetti definiti cattivi pagatori, se in possesso di regolare contratto di lavoro (o pensione) potranno fare richiesta di finanziamento a prescindere dalla segnalazione al CRIF.

Tra gli altri vantaggi della cessione del quinto, la possibilità di chiedere un finanziamento senza particolari garanzie (se non relative al contratto di lavoro e la polizza rischio lavoro/vita). Inoltre è semplice e veloce e chiunque, tra i 18 e gli 85 anni può fare richiesta. Infine con la cessione del quinto si possono chiedere fino a 75000 € a differenza di un normale prestito che non può andare oltre i 30000 €.

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Cessione del quinto

TAN e TAEG: le differenze

Quando si parla di finanziamento, che si tratti di prestito personale o cessione del quinto, non si può non parlare di TAN e TAEG. Si tratta infatti di due parametri che determinano l’ammontare del finanziamento stesso. Ma di cosa si tratta specificatamente? E quali sono le differenze?

TAN: Tasso Annuo Nominale

Il TAN (Tasso Annuo Nominale) è il tasso d’interesse che l’ente finanziatore applica all’importo lordo del finanziamento al fine di calcolare gli interessi cui il cliente è soggetto in seguito alla richiesta di prestito. Di fatto il TAN si utilizza per determinare la quota di interessi e la quota capitale delle rate che il richiedente dovrà pagare, nel tempo, per estinguere il debito. Qualsiasi sia il tipo di finanziamento richiesto, infatti, vengono applicati degli interessi e delle spese di gestione. E proprio la somma di questi due elementi, divisa per il numero di rate del prestito o mutuo che sia, percentualizzato sul valore della rata si definisce TAN. Per esempio, se su un totale di 1000 €, 20 € sono la quota di interessi, il TAN sarà del 2%.

TAEG: Tasso Annuo Effettivo Globale

Se il TAN è il valore in percentuale degli interessi su base annua, il TAEG è il costo totale (effettivo) del prestito, compreso le spese. Quest’ultimo è una sorta di tasso virtuale che non viene applicato al calcolo delle rate ma indica il costo globale del finanziamento richiesto. Infatti comprende anche le spese accessorie obbligatorie per l’apertura di un prestito, la sua concessione e quindi il rimborso sotto forma di rate. In particolare, secondo la direttiva europea, dovrà comprendere anche le polizze aggiuntive, l’apertura e la gestione dei conti correnti, la gestione della pratica e i costi legati alle operazioni di pagamento. Anche in questo caso si tratta di un valore percentuale.

La sostanziale differenza tra TAN e TAEG è dovuta al fatto che la seconda ha una funzione informativa che fornisce al cliente una visione globale del finanziamento prima di decidere se richiederlo.

Come si calcolano TAN e TAEG?

Per poter calcolare TAN e TAEG è necessario prima di tutto capire se si tratta di un finanziamento a tasso variabile o a tasso fisso.

Una volta scelto il tipo di finanziamento, il valore e il tempo necessario per estinguere il debito, viene calcolato il TAN. Quest’ultimo avrà un effetto diretto sul costo del finanziamento e quindi sull’ammontare delle rate, infatti costituisce un parametro base per il calcolo degli interessi. Per quanto riguarda il TAEG, il calcolo viene fatto prendendo in considerazione il TAN, ma anche tutte le spese accessorie obbligatorie di cui sopra, ovvero le spese assicurative a garanzia del finanziamento, gli oneri fiscali come l’imposta di bollo, e così via. Non sono compresi, nel TAEG, eventuali oneri notarili o altri costi non obbligatori ai fini della richiesta di prestito o mutuo.

Attenzione: nel documento informativo pre-contratto, tutte queste informazioni devono essere riportate. Spesso, infatti, sono proprio questi indici a determinare la scelta dell’ente erogatore del finanziamento.

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Diventare agente in attività finanziaria

Se stai cercando un impiego nel mondo dell’economia e della finanza, diventare agente in attività finanziaria potrebbe fare al caso tuo! Ma sai di cosa si occupa e quali requisiti deve avere? Ecco alcune informazioni utili.

Chi è l’agente in attività finanziaria?

Diventare agente in attività finanziaria equivale a dire intraprendere una carriera nel mondo dei finanziamenti. Questa figura professionale ha il compito di promuovere e concludere contratti di tipo finanziario lavorando come intermediario tra due soggetti: il cliente finale e l’ente che eroga il finanziamento.

Cliente

Per quanto riguarda il cliente finale, l’agente in attività finanziaria dovrà effettuare dapprima una consulenza, in cui mostrerà i prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo ideale per il cliente stesso, quindi dovrà portare a termine la vendita. Tra la consulenza iniziale e la vendita finale, c’è un lavoro di supporto del cliente nella scelta e nella stipula del contratto, la preparazione dei documenti, l’analisi di fattibilità e così via.

Ente

Per quanto riguarda invece l’ente che eroga il finanziamento, l’agente in attività finanziaria dovrà distribuire i prodotti, fare una buona pubblicità e venderli nel miglior modo possibile. Ma chi è l’ente in questione? Potrebbe essere la banca, un intermediario finanziario, un istituto di pagamento o di moneta elettronica oppure Poste Italiane. L’agente, prima di poter distribuire un qualsiasi prodotto di uno di questi enti, dovrà avere prima il mandato per poterlo fare.

Diventare agente in attività finanziaria: regime di monomandato

Come già anticipato, innanzitutto l’agente lavora in autonomia ma su mandato diretto, ovvero deve aver ricevuto disposizioni da banche, intermediari ecc. per poter presentare e distribuire i prodotti finanziari. Attenzione però: non si può lavorare per più società. Infatti si parla di regime di monomandato, perciò si può lavorare per una sola società o, tuttalpiù, per società diverse che però appartengono allo stesso gruppo. In ogni caso, secondo la normativa, è altresì possibile ricevere fino a tre mandati da tre società diverse a patto che riguardino tre prodotti differenti. Per esempio si potrà ottenere la cessione del quinto dalla banca “X”, il prestito personale dalla società finanziaria “Y” e così via.

Tipologie di prodotti

Quando si decide di diventare agente in attività finanziaria, bisogna anche sapere di quali prodotti si andrà a fare consulenza e vendita. Ecco l’elenco completo riportato nella circolare OAM 3/12:

  • Prestiti personali
  • Cessione del quinto
  • Leasing
  • Mutui
  • Rilascio fidejussioni e garanzie
  • Anticipi e sconti commerciali
  • Factoring crediti
  • Acquisto crediti
  • Apertura di credito in conto corrente
  • Credito finalizzato all’acquisto di beni specifici
  • Prestito su pegno
  • Credito revolving

Agente in attività finanziaria: altri requisiti

Per diventare agente in attività finanziaria, è necessario essere iscritti al Registro OAM, organismo che regola la vita professionale degli agenti in attività finanziaria e i mediatori creditizi. Infine questa tipologia di attività deve essere svolta in via esclusiva. In alternativa si possono esercitare attività connesse o strumentali e quelle “compatibili” secondo la normativa. In particolare, per attività connesse si intendono tutte quelle attività accessorie ovvero che consentono all’agente di svolgere al meglio la sua attività principale. Ad esempio l’informazione commerciale e l’assunzione di partecipazioni. Per attività strumentali, invece, si intendono quelle attività a carattere ausiliario, come la ricerca e l’analisi in materia economico-finanziaria, la gestione di servizi informatici, la gestione di immobili a uso funzionale, la formazione del personale.

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Cessione del quinto Prestito Personale

Prestito INPDAP per gli insegnanti

Sei un’insegnante e desideri chiedere un prestito perché devi affrontare una spesa extra? La soluzione ideale per te è il prestito INPDAP per gli insegnanti. Ma di cosa si tratta? E come si richiede?

Prestito INPDAP: cos’è?

Innanzitutto definiamo l’acronimo INPDAP: Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (attualmente INPS) che si occupa anche dei dipendenti della pubblica istruzione. Il prestito INPDAP per gli insegnanti è un tipo di prestito molto semplice da ottenere perché non richiede particolari requisiti se non un contratto a tempo indeterminati. Inoltre questo tipo di prestito è accessibile solo per coloro che sono iscritti a un particolare Fondo credito dell’INPS: la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Tipologie di finanziamento

Piccoli prestiti

In primo luogo va detto che, per quanto riguarda il prestito INPDAP per gli insegnanti, ci sono diverse opzioni possibili. La prima soluzione sono i piccoli prestiti. Si tratta di piccole somme di denaro, spesso richieste per ovviare a spese improvvise di piccola entità. In questo caso le rate possono essere divise tra un minimo di 12 mesi e un massimo di 48 mesi e il pagamento viene fatto in contanti direttamente presso la banca cassiera dell’Istituto oppure con accredito sul conto corrente (bancario o postale). In questo caso il tasso è fisso per tutta la durata del finanziamento ed è pari al 4,25% (le spese amministrative corrispondono allo 0,50% della cifra erogata).

Prestiti pluriennali

Si tratta di finanziamenti più onerosi, che vengono erogati solo in casi particolari come un’emergenza, dalla calamità naturale al matrimonio proprio o del proprio figlio, oppure per problemi di salute. Questo tipo di prestito INPDAP per gli insegnanti può essere rimborsato in 60 mesi o in 120 mesi e prevede un tasso fisso pari al 3,5%. Per ottenere questo prestito pluriennale, però, bisogna avere alcuni requisiti minimi:

  1. Aver maturato almeno 4 anni di anzianità e di versamento di contributi alla Gestione unitaria
  2. Avere un contratto anche a tempo determinato ma non inferiore ai 3 anni tenendo conto del fatto che la scadenza delle rate non deve andare oltre la scadenza del contratto.

Cessione del quinto

Un’altra opzione di prestito INPDAP per gli insegnanti è la cessione del quinto. Questa soluzione è ottimale per chi lavora come dipendente della pubblica istruzione perché basterà fornire la busta paga e il TFR per poter ottenere il finanziamento. La cessione del quinto, infatti, è un prestito che prevede la trattenuta della rata direttamente dal cedolino dello stipendio, quindi il datore di lavoro (in questo caso la scuola) fa da garante. Tra i vantaggi della cessione del quinto anche la possibilità di chiedere alte somme e di avere fino a 10 anni poter estinguere il debito. Inoltre si può fare richiesta anche se si è cattivi pagatori o se si è già in possesso di altri finanziamenti.

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Cessione del quinto

È possibile estinguere una cessione del quinto in anticipo?

Quando si necessita di liquidità, la Cessione del quinto è la soluzione ideale perché facile da ottenere e vantaggiosa sotto tanti punti di vista. La richiesta, infatti, può essere fatta da chiunque, l’importante è che si rispettino i termini legati all’età (18-85 anni) e allo stipendio o la pensione (nel primo caso bisogna essere dipendenti pubblici, statali o privati). Inoltre, come già menzionato anche nell’articolo Cessione del quinto, il prestito non finalizzato, tra i vantaggi troviamo la possibilità di estinguere una cessione del quinto in anticipo.

Estinguere una cessione del quinto in anticipo: tutto quello che c’è da sapere

Cosa dice la legge

Per quanto riguarda la possibilità di estinguere una cessione del quinto in anticipo, la legge dichiara che sì, si può fare. In particolare, l’art. 125 sexies del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (D.lgs. n. 141/2010) dice:
Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore.”

Come si procede
Innanzitutto bisognerà chiedere alla banca, o all’ente che eroga il prestito, l’ammontare del debito residuo. Questo importo emerge dal cosiddetto conteggio estintivo. Per capire però qual è la cifra finale dell’estinzione anticipata della cessione del quinto, si dovrà fare la somma dell’importo a debito residuoe della penale*, se prevista dal contratto, che in ogni caso non può essere superiore all’1% del capitale residuo. Inoltre, bisognerà considerare la percentuale della quota capitale e della quota degli interessi già versati con le rate del prestito. Una volta calcolato il residuo con l’aggiunta della penale, bisogna capire se risulta conveniente o meno l’estinzione anticipata, tenendo conto del fatto che si andranno a perdere le spese di istruttoria e le imposte di bollo.

Conviene o non conviene?

Ma conviene davvero estinguere una cessione del quinto in anticipo? Come già in parte detto, l’estinzione anticipata non sempre è conveniente. Le variabili da tenere in considerazione sono gli interessi sulle rate e la penale. Sicuramente è molto più vantaggioso estinguere una cessione del quinto nella fase iniziale poiché sono ancora molti i gli interessi ancora da pagare, quindi sicuramente si avrà un netto risparmio, nonostante la percentuale di penale.

Richiesta di estinzione anticipata: come procedere

Per ottenere l’estinzione anticipata della cessione del quinto si dovrà innanzitutto inviare una richiesta alla banca o all’ente che eroga il prestito, tramite PEC, raccomandata o direttamente di persona.

Presentata la richiesta, la banca (o l’ente) impiegherà un massimo di dieci giorni per effettuare il conteggio estintivo, che, come già detto, è il calcolo della cifra da saldare, a cui si aggiungono le diverse spese e la penale di estinzione anticipata (se prevista). Una volta estinto il debito, la banca (o l’ente) invierà sia al debitore che al datore di lavoro (per soggetti in pensione, all’ente che eroga la pensione) una comunicazione di chiusura del contratto di cessione del quinto per estinzione totale del prestito.

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Cessione del quinto

I documenti per la cessione del quinto

La cessione del quinto è un particolare tipo di prestito che può essere richiesto da lavoratori (sopra i 18 anni) dipendenti pubblici, statali o privati assunti con regolare contratto a tempo indeterminato* o da pensionati che non abbiano superato gli 85 anni. Abbiamo già più volte menzionato i vantaggi legati a questo tipo di prestito. Vediamo quindi, più nel dettaglio, quali sono i documenti per la cessione del quinto.

Assicurazione e busta paga (o pensione)

Innanzitutto tra i documenti per la cessione del quinto indispensabili ci sono l’assicurazione, il certificato di stipendio o documento di quota cedibile della pensione e la copia della busta paga o del cedolino pensione. Nello specifico, per assicurazione si intende una polizza rischio vita e/o rischio impiego senza la quale non potrà essere concessa la cessione del quinto. Si tratta di una tutela nei confronti dell’ente erogatore in caso di perdita del lavoro o in caso di morte del richiedente. 

TFR

Un altro importante elemento che fa parte dei documenti per la cessione del quinto è il TFR. Il TFR o trattamento di fine rapporto funge infatti da garanzia quando si richiede questo tipo di finanziamento. Nello specifico si tratta di una somma di denaro che viene corrisposta ai dipendenti pubblici nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. E se non si ha il TFR? La cessione del quinto può in ogni caso essere concessa, ma con delle limitazioni. Per saperne di più leggi l’articolo dedicato a cessione del quinto senza TFR.

Elenco dei documenti per la cessione del quinto

Quando si fa richiesta di questo tipo di finanziamento, i documenti sono pochi e facili da reperire. Ecco l’elenco dei documenti per la cessione del quinto:

  • Carta d’Identità e Codice Fiscale;
  • Ultima busta paga o cedolino pensione;
  • Ultimo modello CUD;
  • Quota cedibile per i Pensionati;
  • Certificato di Stipendio o Attestato di Servizio.

In particolare quest’ultimo certificato, che viene fornito dall’amministrazione della propria azienda o ente, riporta:

  • la data di assunzione,
  • gli anni di anzianità lavorativa,
  • la retribuzione lorda e netta (sia annuale che mensile),
  • il TFR cumulato,
  • eventuali trattenute sullo stipendio per pignoramenti o per il pagamento di altri finanziamenti.

* Possono fare richiesta anche i dipendenti con contratto a tempo determinato, ma il tempo massimo concesso per restituire le rate è pari alla data di scadenza del contratto stesso.

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Cessione del quinto, il prestito non finalizzato

La cessione del quinto è un tipo di prestito alla portata di tutti per le sue caratteristiche vantaggiose. Tra queste troviamo anche la possibilità di richiedere denaro, con la cessione del quinto, il prestito non finalizzato. Ma scopriamo insieme innanzitutto cos’è la cessione del quinto e perché non serve fornire alcuna motivazione.

Cessione del quinto: tutti i vantaggi

La cessione del quinto è il prestito “per tutti” perché lascia davvero ampio margine sia per quanto riguarda le tempistiche sia per quanto riguarda la somma richiesta. Inoltre ha dei grossi vantaggi a livello di garanzie e può essere fatta richiesta anche in situazioni finanziarie non ottimali. Ecco i vantaggi della cessione del quinto:

  • può fare richiesta un qualsiasi cittadino italiano o straniero tra i 18 e gli 85 anni
  • può essere richiesta anche in caso di precedenti problemi di natura finanziaria (i cosiddetti cattivi pagatori o segnalati al CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria)
  • si può fare richiesta di credito fino a €75.000
  • si può arrivare fino a 120 rate mensili
  • non esistono spese di intermediazione
  • può essere estinta o rinnovata in qualsiasi momento
  • si tratta di un prestito non finalizzato
  • non è necessario fornire ulteriori garanzie
  • è a tasso fisso
  • è facile e veloce da richiedere

Tutti questi vantaggi lo rendono sì accessibile ad un più vasto pubblico, ma ciò non toglie che, come in qualsiasi altro contesto, sono necessarie delle condizioni di partenza:

  • essere in possesso di un contratto a tempo indeterminato (si può essere dipendenti pubblici, statali o privati) o di pensione
  • avere un’assicurazione rischio vita e/o impiego

Prestito non finalizzato: cosa significa?

Quando diciamo che la cessione del quinto è un prestito non finalizzato, intendiamo dire che si tratta di un prestito per il quale non è necessario specificare la motivazione per cui si fa richiesta. In buona sostanza, tra i vantaggi della richiesta di cessione del quinto c’è anche quella di non dover render conto a nessuno del perché si fa domanda per una determinata somma di denaro. Ma non solo. Significa anche che la richiesta non deve per forza essere subordinata all’acquisto di un bene (o prodotto) o un servizio, ma può essere fatta a prescindere. Non è tutto. A differenza del prestito non finalizzato, quello finalizzato viene acceso presso il rivenditore del prodotto o del servizio che si intende acquistare. Nel caso, invece, della cessione del quinto, come già abbiamo detto nei precedenti articoli, la richiesta di denaro viene fatta direttamente alla banca o a un intermediario finanziario e la rata viene trattenuta direttamente dallo stipendio o dalla pensione.

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News su pensioni e Cessione del Quinto

Come di consueto, l’INPS ha segnalato, con il Messaggio numero 2620 del 30 giugno 2022, i tassi di interesse per le pensioni e cessione del quinto nel terzo trimestre di quest’anno. Tale aggiornamento varrà fino al 30 settembre prossimo, data in cui verrà annunciato un nuovo messaggio che riporterà i tassi di interesse per il quarto trimestre. Come previsto dall’articolo 2 comma 1 della Legge 24 marzo 1996 con cui si è disposto che il “Ministro del tesoro, sentiti la Banca d’Italia e l’Ufficio italiano dei cambi, rileva trimestralmente il tasso effettivo globale medio”, sono stati stabiliti gli interessi usurali sulla base del trimestre precedente.

Cessione del quinto: come fare per richiederla quando si è in pensione?

La cessione del quinto è un tipo di finanziamento che prevede la trattenuta della rata direttamente dallo stipendio, se si è dipendenti statali, pubblici o privati, o dalla pensione. Ma come si procede in caso di pensioni e cessione del quinto?

Innanzitutto il/la pensionato/a deve fare richiesta personalmente presso l’ufficio dell’INPS di “comunicazione di cedibilità della pensione”. Il documento dovrà poi essere portato presso l’ente erogatore del finanziamento (banca o intermediario finanziario), e dovrà contenere il valore massimo della rata da trattenere sulla pensione. A questo punto non rimane che stipulare un contratto che dovrà essere:

  • Inferiore ai 10 anni come durata
  • Affiancato a un’assicurazione contro il rischio di morte

Una volta stipulato il contratto, verrà comunicato all’INPS di iniziare a trattenere mensilmente, dalla pensione, la rata stabilita e di versarla direttamente all’ente che ha fornito il prestito.

Vediamo ora quali sono i tassi di interesse che riguardano le pensioni e cessione del quinto.

Pensioni e cessione del quinto: i tassi al 1° luglio al 30 settembre 2022

A seguito del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 23 giugno sorso, l’INPS ha pubblicato i tassi di interesse riguardanti pensioni e cessione del quinto validi dal 1° luglio al 30 settembre. Gli interessi usurai sono i seguenti:

  • per importi inferiori a €15.000, i tassi medi sono di 10,8 mentre la soglia usura è 17,5000.
  • Per importi superiori a €15.000, i tassi medi sono di 6,96 mentre la soglia usura è 12,7000.

Si rammenta che tali tassi sono sì per le pensioni ma anche per gli stipendi.

Prestiti convenzionati

Non è tutto. Nel Messaggio dell’INPS, vengono anche menzionati i tassi soglia TAEG. Tali tassi sono applicabili su prestiti come la cessione del quinto concessa dalle banche o da intermediari finanziari convenzionati con l’Istituto che eroga il prestito. Per quanto riguarda pensioni e cessione del quinto, tali tassi sono stati differenziati per fasce d’età.

  • Fino a 59 anni: 8,10 per importi inferiori a €15.000 – 6,03 per importi superiori a € 15.000
  • Da 60 a 64 anni: 8,90 per importi inferiori a €15.000 – 6,83 per importi superiori a € 15.000
  • Da 65 a 69 anni: 9,70 per importi inferiori a €15.000 – 7,63 per importi superiori a € 15.000
  • Da 70 a 74 anni: 10,40 per importi inferiori a €15.000 – 8,33 per importi superiori a € 15.000
  • Da 75 a 79 anni: 11,20 per importi inferiori a €15.000 – 9,13 per importi superiori a € 15.000
  • Sopra i 79 anni: 17,50 per importi inferiori a €15.000 – 12,70 per importi superiori a € 15.000

Attenzione: ogni fascia di età comprende il compleanno dell’età minima e l’età di riferimento va intesa come quella maturata al termine del piano di ammortamento.